Pachypus caesus

A Mazara del Vallo nella Borgata Costiera, nella contrada Santa Maria o nei pressi dei Gorghi tondi dall’inizio dell’autunno fino alla fine novembre non è difficile imbattersi, con il maschio di Pachypus caesus. Nel 1877 un certo Pincitore Marrot afferma che alla gente dei suoi tempi questo coleottero era conosciuto con il nome dialettale di “scravacchiu di li trona” o “scravacchiu pilusu”. 



E’ uno Scarabaeide  endemico siciliano a distribuzione puntiforme: generalmente preferisce la costa ma si può trovare anche a distanza di diversi chilometri dal mare fino a 600-800 metri di altitudine. I suoi ambienti elettivi sono zone a scarsa copertura arborea, pianeggianti con ampie radure, in riva al mare e in piccoli appezzamenti di terreno nei pressi dei centri abitati.
Per essere in piena attività biologica, è necessario che vi siano giornate con elevate condizioni di umidità o, meglio ancora, piovose. Per questi motivi, in alcune annate particolarmente secche o con il bel tempo estivo prolungato, la comparsa di P.caesus viene ritardata o può avvenire in maniera saltuaria e discontinua. 
Il terreno umido favorisce l'attività fossoria della femmina che, attera, conduce vita ipogea. La galleria in cui vive la femmina è variabile per direzione e profondità ed è aperta all’esterno. Anche sotto la pioggia, quindi, il maschio vola alla ricerca della femmina; a volte si rinviene anche sulle graminacee o altre piante erbacee a testa in più e con le antenne particolarmente vigili. Appena individuata la femmina, il maschio scende al suolo e trascinando le lunghe zampe posteriori con difficoltà cerca di localizzare il punto preciso del terreno dove cominciare a scavare; di solito all'esterno si nota il foro d'entrata nel suolo circondato da un mucchietto di terra scavata. Spesso, attorno al foro già scavato si accalcano diversi maschi o, se si scava, si trovano altri maschi lungo il condotto che porta alla femmina I maschi vengono attirati nelle ore serali dalle luci artificiali.
Gli entomologi di tutto il mondo vorrebbero avere nelle loro collezioni almeno un esemplare di questa specie, ma in particolare la femmina, che sono disposti a pagare anche diverse centinaia di euro.
Prof. Angelo Ditta