L’Acherontia atropos, più conosciuta come sfinge
testa di morto, è una falena innocua appartenente alla famiglia delle
Sphingidae. L'espressione "testa di morto" è dovuta al fatto che sul
lato dorsale del torace vi è una macchia biancastra con due puntini neri che
ricorda la forma di un teschio.
Il nome scientifico, già di per sé
terrificante, dovrebbe mettere paura: Acheronte era uno dei fiumi infernali che
secondo la mitologia occorreva attraversare per accedere al regno dei morti, Atropo
era una delle tre parche a cui era assegnato il compito di recidere il filo
della vita. L’immagine di questa falena si trova sul manifesto del film “Il
silenzio degli innocenti”.
Il bruco, che è polimorfo cioè ha diverse
colorazioni, di solito è verde-giallo con strisce turchine; è il più grande
d’Europa tanto che arriva a misurare anche 13-15 cm. Se viene minacciato può
anche mordere. E’ una specie presente nelle regioni che si affacciano sul Mediterraneo,
compreso la Sicilia e nelle zone subtropicali africane.
Frequenta boscaglie aperte e predilige luoghi
secchi e assolati in cui si trovino piante appartenenti, tra le altre, alla
famiglia delle Solanaceae (come la belladonna,il tabacco e la patata) e delle
Oleaceae (come gli ulivi e gli olivastri). I pochi esemplari che ho trovato
erano nei pressi di estesi uliveti.
L'adulto, che raggiunge i 6-7 cm di lunghezza,
nelle ore diurne riposa sui rami degli alberi, appoggiato sui muri o sul
terreno, durante la notte, dal tramonto a qualche tempo dopo la mezzanotte, si
nutre o cerca altri adulti per accoppiarsi coda contro coda o fianco a fianco.
Sfruttando le ore notturne la sfinge testa di morto può compiere anche lunghe
migrazioni. Mentre vola può venire attirata dalla luce artificiale e può posarsi
sui muri sottostanti le lampade esterne alle abitazioni.
La sfinge testa di morto si nutre di nettare in
particolare del gelsomino, patata, tabacco, garofano oppure succhia la linfa
degli alberi ed il succo dei frutti marci. E’ ghiotta di miele: entra
all’interno delle arnie e perfora le cellette opercolate con la sua spiritromba
corta e robusta, a volte restandovi intrappolata. Questa falena oggi è divenuta
molto rara in quanto vittima degli
insetticidi, che sembrano anche disturbare la sua riproduzione, e
dell'inquinamento luminoso, che interferire con le sue capacità di
orientamento.
La sfinge testa di morto è l'unica farfalla al mondo capace di produrre
un grido infatti, sia il bruco che l'adulto, quando vengono disturbati o si
sentono minacciati emettono un suono abbastanza forte, simile a un cigolio o
allo stridio di un topo. Per difendersi può produrre, attraverso i peli
ghiandolari dell'addome, una sostanza dall'odore nauseante che ha la funzione
di scoraggiare l'attacco dei predatori.
Dicono che porti sfortuna, disgrazie e morte e alcuni scrittori l’hanno
utilizzata nelle loro macabre opere per tirare in ballo il mondo del
soprannaturale, del mistero e della follia. Ma la falena di tutto questo non sa
niente!
Prof. Angelo Ditta